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Battistero
Il Battistero dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, sorge di fronte al Duomo di Santa Maria del Fiore, in piazza San Giovanni. Inizialmente era collocato all'esterno della cerchia delle mura, ma fu compreso, insieme al Duomo, nelle mura realizzate da Matilde di Canossa ("quarta cerchia"). In origine era circondato da altri edifici, come il palazzo Arcivescovile che arrivava molto più vicino, i quali vennero abbattuti per creare l'attuale piazza. Il battistero si trova fra Piazza del Duomo e Piazza San Giovanni, fra il Duomo e l'Arcivescovado, nel centro religioso della città. La facciata principale dell'edificio ottagonale è rivolta verso il Duomo, mentre l'abside si trova verso ovest.
La Porta del Paradiso, così soprannominata da Michelangelo Buonarroti, è la porta est del Battistero di Firenze, quella principale situata davanti al Duomo di Santa Maria del Fiore. Realizzata dall'orefice e scultore Lorenzo Ghiberti tra il 1425 e il 1452 (con un'importante collaborazione del figlio Vittore), scelto a seguito di un concorso cui parteciparono anche Donatello e Brunelleschi, rappresenta il suo capolavoro, nonché una delle opere più famose del Rinascimento fiorentino. Commissionata per celebrare la fine della peste a Firenze, è completamente dorata. Dopo l'alluvione di Firenze i pannelli originali, dopo essere stati sottoposti a restauro, sono conservati nel vicino Museo dell'Opera del Duomo.
L'interno è a pianta ottagonale, con un diametro di 25m. La decorazione interna è ispirata agli edifici romani, come il Pantheon, con uso di marmo policromo bianco di Carrara e verde di Prato. Sopra le bifore si trovano tarsie geometriche, databili a prima del 1113, secondo l'iscrizione sul sarcofago del vescovo Ranieri. Nel fonte ottagonale del battistero vennero battezzati molti fiorentini famosi, incluso Dante.
Il rivestimento a mosaico della cupola fu impresa difficile e dispendiosa; i lavori iniziarono forse intorno al 1270 e si conclusero agli inizi del secolo successivo.
I tre spicchi sopra l'altare sono occupati dalla scena del Giudizio Universale. Quello centrale è occupato quasi per intero dalla grande figura del Cristo Giudice, che, seduto sui cerchi del Paradiso, distende le mani, una rivolta all'alto, una al basso, a dirigere la separazione tra giusti e dannati, mostrando con evidenza i segni della crocifissione.
La rappresentazione dell'Inferno, attribuita a Coppo di Marcovaldo, è dominata dal grande Satana cornuto, su un trono infiammato, che sgranocchia un uomo mentre dalle orecchi gli escono due serpenti che addentano altrettanti dannati. Mostri a forma di serpente, di rana o di lucertola escono dal suo corpo e infieriscono sui dannati, che il diavolo calpesta. I dannati sono gettati in voragini dai numerosi diavoli, impiccati, mutilati, arsi allo spiedo, sbattuti o obbligati a bere oro fuso; un gruppo di dannate è avvolto dalle fiamme.



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