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Villa rinascimentale costituita da una residenza nobiliare con un sottostante grande Parco (con giardini ed un incredibile numero di fontane e giochi d'acqua) il cui interesse supera di gran lunga quello del palazzo. Patrimonio dell'Unesco, essa è stata, per lungo tempo, modello di riferimento per l'architettura dei giardini delle residenze nobili di tutta Europa.
Siamo sulle prime propaggini dei Monti Tiburtini, la zona in cui il Fiume Aniene incontra, nel suo percorso verso Roma, le propaggini del Monte Catillo, che aggira con una serie di cascate, sia naturali che artificiali (su una di queste ultime è stato realizzato il Parco di Villa Gregoriana). La Villa d'Este si trova sul perimetro Nord del centro storico medioevale di Tivoli ed il suo ingresso attuale è nei pressi della Chiesa di Santa Maria Maggiore, in pieno centro abitato.
Il parco ha una intessitura di viali grandi e piccoli (che si intersecano al modo dei castra romani), affiancati da una sontuosa alberatura e da cinquecento tra fontane e getti d'acqua di tutti i tipi. Piazzuole lungo i viali e piazze terminali degli stessi ospitano le fontane principali (tra le altre la Fontana del Bicchierone, dell'Ovito, dei Draghi, delle Ninfe e quella dell'Organo Idraulico che è un po' il simbolo di Villa d'Este). Per alimentare le fontane e gli innumerevoli giochi e percorsi d'acqua, si dovette affiancare all'acquedotto della Sorgente Rivellese un acquedotto sotterraneo per convogliare qui le acque del fiume Aniene.
La Fontana dell'Ovato, realizzata nel 1567. In questa fontana confluisce l'acqua convogliata dal fiume Aniene attraverso un canale che passa sotto la città. Viene detta dell'Ovato, per la sua particolare forma ad esedra ovale, con al centro la grande vasca nella quale finiscono tutte le acque cadenti e zampillanti della fontana. È detta anche "Regina delle fontane"
Il viale delle "Cento Fontane". Progettate da Pirro Ligorio, fiancheggiano un viale lungo cento metri che congiunge la fontana dell'Ovato con la Rometta. Allegoricamente i tre piccoli corsi d'acqua paralleli che si formano, a diverse altezze, per l'alimentazione degli zampilli, rappresentano il fiume Albuneo, il fiume Aniene e il fiume Ercolaneo, i tre affluenti del Tevere (rappresentato dalla Rometta), generati dai monti Tiburtini (rappresentati dalla fontana dell'Ovato). I cento zampilli sono organizzati in due file sovrapposte di mascheroni dalle forme antropomorfe, mentre sovrastano il canale più alto, zampilli generati e alternati da sculture di gigli, obelischi, navicelle ed aquile estensi, simboli cari al cardinale Ippolito d'Este
Tutte le fontane erano in origine alimentate senza uso di alcun congegno meccanico, ma soltanto sfruttando la pressione naturale e il principio dei vasi comunicanti. Il risultato è solo in parte visibile ai giorni nostri: 35.000 mq complessivi di giardini, 250 zampilli, 60 polle d'acqua, 255 cascate, 100 vasche, 50 fontane, 20 esedre e terrazze, 300 paratoie, 30.000 piante a rotazione stagionale, 150 piante secolari ad alto fusto, 15.000 piante ed alberi ornamentali perenni, 9.000 m2 di viali, vialetti e rampe.
La fontana dei Draghi o della Girandola, che per la sua posizione centrale, risulta essere il cuore del parco. Essa è formata da un gruppo scultoreo centrale, formato da quattro orridi draghi disposti a circolo, che si danno le spalle, e che sputano uno zampillo d'acqua, mentre un potente e alto getto parte dal centro del cerchio. Alle spalle, sotto la balconata del viale superiore delle Cento fonti, si apre una nicchia entro la quale sta una grande statua di Ercole. Una doppia scalinata, abbraccia armoniosamente la fontana, raccordando con armonia i diversi piani, mentre sulle colonnette un canale crea un piccolo ruscello di acque, e i vasi innalzano zampilli che terminano a circolo nella vasca dei draghi.
La "Rometta". Discendendo dalla villa, in fondo al viale delle Cento Fontane, si apre il belvedere della Rometta aperto verso la pianura romana. L'insieme di vasche e zampilli trova il suo centro nella grande vasca con al centro la rappresentazione di Roma in trono, scenograficamente incorniciata sulla sinistra, in origine, dalla citazione dei monumenti più rappresentativi che caratterizzavano la città antica. Da ciò il nome. Al centro del corso d'acqua sorge un'antica nave romana, rappresentante l'Isola Tiberina, il posto in cui si instaurò il primo nucleo romano.
Fontana di Proserpina. Ideata come sala da pranzo all'aperto, è situata accanto alla fontana della Civetta, alla quale si lega dal punto di vista architettonico, ed ha la funzione di equilibrare i due diversi piani del giardino. La fontana è composta da un ninfeo centrale e due nicchie laterali, interposte da quattro colonne tortili avvolte da tralci di vite in stucco, e da due scalinate che permettono la comunicazione fra i due diversi livelli del parco.
Fontana di Nettuno, la fontana più imponente e scenografica della villa, per la grande quantità di acqua e i potenti zampilli che proiettano in aria alti schizzi, è anche la più recente: fu realizzata nel 1927, restaurando la precedente cascata del Bernini fortemente degradata da due secoli circa di abbandono, e riorganizzando i vari livelli.
Le Peschiere. Poste in successione innanzi alla fontana di Nettuno, da cui ne ricevono l'acqua, e contornate da una lussureggiante vegetazione, le Peschiere sono tre grandi bacini di forma rettangolare. Sono animate da zampilli che nascono dai vasi disposti lungo i loro bordi (otto per vasca), che, assumendo varie intensità, increspano in maniera differente e decrescente, le tre vasche, continuando quella gradazione di moto delle acque iniziata nella fontana di Nettuno, per scemarla fino all'ultimo bacino, vicino alla terrazza panoramica, dove doveva trovare posto la statua del Dio del Mare, a completamento della composizione della precedente fontana.
Oltre che luogo piacevole e rilassante per il passeggio, le Peschiere, al tempo della loro costruzione, servivano ad allevare delle pregiate specie di pesci d'acqua dolce, per dare la possibilità a chi soggiornava presso la villa, di dilettarsi nella pesca e di godere a tavola dei piaceri ittici.
La fontana dell'Organo: deve il suo nome al meccanismo ad acqua presente al suo interno, che faceva sì che si udissero dei motivi d'organo. Costruita fra il 1568 e il 1611, è formata da un alto edificio di stile che prelude al barocco, progettato da Pirro Ligorio, la cui facciata è ornata da una serie di decorazioni ispirate a motivi floreali, sirene, simboli araldici, vittorie alate e conchiglie marine