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Khiva

Dal punto di vista dell'integrità e perfezione dell'insieme architettonico, la città è unica in Asia Centrale. Il suo restauro fu cominciato alla fine del XVIII secolo e continuò fino all'inizio del XX secolo. Ora Khiva è un grande museo all'aperto. Palazzi, luoghi di culto legno e marmo finemente intagliati, terracotte e mattonelle ceramiche smaltate creano un ritratto pittoresco della città, fondata più di 25 secoli fa ai confini del Deserto di Kyzilkum.
Khiva è divisa in due parti: la parte interna Ichan Qala e la parte esterna Dishan Qala. Ancora oggi si possono vedere i muri della fortezza con le sue quattro porte. Costruiti in argilla, lunghe più di 2200 metri, e alte 7-8 metri, fortificate lungo il perimetro da quattro torri semicircolari.
L'Ichan Qala, come centro storico di Khiva, è stata inserita nell'elenco del patrimonio culturale mondiale dell'UNESCO.
Qui si contano più di 60 monumenti architettonici
Khiva faceva parte dell'importante "Via della seta", la rete stradale carovaniera che per secoli ha costituito l'unica "infrastruttura" per lo scambio commerciale con l'Oriente




Il Minareto Islam-Khodja è il punto più alto di osservazione di Khiva, a 45 metri di altezza. Decorato con strisce orizzontali, ornate con mosaici delle piastrelle di color blu, verde, azzurro e bianco.




La Madrasa di Mukhammad-Amin-Khan e Kalta-Minor: la più grande madrasa (scuola coranica) medievale ospitava 125 celle per gli studenti e ne poteva ospitare fino a 260
Vicino alla madrasa sorge il minareto Kalta-Minor ("minareto basso"). La parte inferiore del minareto ha diametro 14,2 metri. La parte superiore fu eretta fino a 26 metri. Sarebbe dovuto diventare il minareto più alto e più grande in diametro dell'Asia Centrale, ma la costruzione fu interrotta a causa della morte dell'architetto. La leggenda dice che l'architetto venne fatto assassinare per evitare che la costruzione venisse terminata e mettesse in ombra i minareti dei Khan delle vicine città.




La moschea cattedrale di Khiva Djuma, costruita in stile antico con soffitti piatti. L'edificio attuale venne eretto nel XVIII secolo. Le 212 colonne in legno e la scarsa illuminazione conferiscono all'ambiente una atmosfera particolare per la preghiera. Il livello comune dell'altezza delle colonne si mantiene grazie alle basi di pietra di diverse altezze




Kunya-Ark era la cittadella interna dei Khan di Khiva, all'interno di Ichan-Kala. Fondata nel XVII secolo, alla fine del XVIII divenne "la cittadella dentro la cittadella", separata da Ichan-Kala da un alto muro. Qui si trovavano la moschea dei Khan, la residenza, la corte suprema, la sala dell'accoglienza, la tesoreria, l'arsenale, la cancelleria, l'harem, le cucine, le stalle, l'ayvan per le guardie.




Il cortile familiare dei Khan Tash-Khauli (harem o kharam). La parte sud era occupata da 5 abitazioni principali: le stanze del khan e delle sue quattro mogli. La costruzione a due piani lungo il perimetro era destinata ai servi, parenti e concubine. Le pareti, i soffitti e le colonne sono ricoperti con irripetibili disegni ornamentali. I pannelli di maioliche delle pareti hanno i colori tradizionali: blu, bianco, azzurro. I soffitti sono dipinti in rosso e marrone




La Moschea Ak ("Moschea Bianca") fu costruita nella metà del XVII secolo. Cupola sferoconica, si tratta di una piccola moschea di quartiere.



Di notte la cittadella è riccamente illuminata e le madrase assumono così una atmosfera ancora più fiabesca

Questi sono i tipici copricapi che indossano gli uomini.
Le figure sul cappellino nero, ricamate dalle donne, sono mandorle:
simboleggiano protezione, distribuita su tutti quattro i lati
Bancarella di cappelli più o meno tipici (soprattutto i parrucconi invernali fatti con pelo di animali)
Aspettando placidamente i fedeli dentro una moschea
Artigianato locale
Partita di calcio improvvisata tra bambini (con cammello)



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