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Palmira, via colonnata
Palmira fu in tempi antichi un'importante città della Siria, un'oasi, 240 km a nord-est di Damasco e 200 km a sud-ovest della città di Deir ez-Zor, che si trova sul fiume Eufrate. E' stata per lungo tempo vitale centro carovaniero, tanto da essere soprannominata la Sposa del deserto, per i viaggiatori ed i mercanti che attraversavano il deserto siriaco, punto di passaggio tra l'Occidente (Roma e le principali città dell'impero) e l'Oriente (la Mesopotamia, la Persia, fino all'India e alla Cina). Palmira ebbe il periodo di maggior splendore tra il I ed III secolo d.C. dapprima grazie all'Imperatore Traiano e successivamente Aureliano che allungò la via colonnata e costruì l'agorà e 5 templi.
Ma Palmira lega la sua storia eroica soprattutto a Zenobia "la regina ribelle". Moglie di Dodenato che venne ucciso insieme ai figli dopo essere stato proclamato generale, la Regina Zenobia ebbe l'ambizione di voler sfuggire dalla dominazione romana. Assoggettò l'intera Siria, l'Egitto ed inviò i suoi guerrieri in Asia Minore. Ma l'Imperatore Aureliano reagì velocemente e circondata la città, la assediò finchè cadde nel 274 d.C. Palmira venne distrutta completamente e Zenobia venne catturata, si dice incatenata con catene d'oro e rinchiusa in una gabbia che venne esposta nelle vie di Roma. Ma altre voci sussurrano che sia fuggita con un bel generale romano e che abbia concluso la sua vita in un'elegante villa a Tivoli.
Il nome greco della città, Palmyra, è la fedele traduzione dall'originale aramaico, Tadmor, che significa 'palma'. Tadmor è l'attuale nome della cittadina sorta in prossimità delle rovine, che dipende molto dal turismo. Comunque, anche se la fonte sulfurea che alimentava l'oasi di Palmira sembra esaurita, oggi Tadmor, con un sistema di irrigazione del terreno, riesce a mantenere viva una fiorente oasi che permette ai 45.000 abitanti di vivere non solo di turismo, ma anche di agricoltura.
Tempio di Baal: l'edificio religioso, dedicato al dio fenicio Baal, assimilato al greco Zeus (il nostro Giove), fu edificato nel I secolo d.C. Il tempio fu consacrato tra il 32 e il 38, mentre il colonnato e i propilei furono innalzati alla fine del II sec. Il recinto sacro è molto ampio, di forma quadrangolare, 205x210 metri, contornato da un alto muro di cinta esterno, affiancato da un portico sorretto da un doppio colonnato. Il santuario aveva un ingresso monumentale, che subì delle modifiche quando gli Arabi lo trasformarono in fortezza. L'ampio cortile interno era completamente lastricato.
Il tempio ha due nicchie, una rivolta a nord, che conteneva la triade di divinità palmirene, Baal, Yarhibol (il Sole) e Aglibol (la Luna). Nella foto la nicchia rivolta a sud
In epoca araba la cella del tempio fu trasformata in moschea, come dimostra il mihrab presente sul muro meridionale.
Bassorilievi con immagini di frutta, offerta al dio. In primo piano una palma, simbolo di Palmira.
I propilei del tempio che hanno resistito a distruzioni e terremoti (non sono mai caduti)
La via colonnata inizia di fronte all'ingresso del santuario di Baal ed il primo tratto si conclude con l'arco severiano, a tre fornici, congegnato per mascherare un cambio di direzione di 30 gradi del secondo tratto dalla via.
La via colonnata, le cui colonne presentano delle mensole su cui venivano poste delle statue, aveva una carreggiata larga 11 metri, affiancata da due portici di 7 metri.
Palmira è sicuramente uno dei luoghi più turistici della Siria, dove il visitatore viene preso d'assalto da venditori ambulanti, soprattutto (purtroppo) bambini, che qui diventano un po' insistenti, ma sempre simpatici.
Il teatro romano venne edificato nella seconda metà del II sec ed oggi è ancora in buone condizioni di conservazione ed utilizzato per spettacoli. Una buona sonorizzazione permette di sentire l'eco della propria voce se posti nel centro dello spazio che veniva occupato dall'orchestra.
Sullo sfondo la collina che domina il sito archeologico e su cui si erge il castello. Gli scavi archeologici proseguono ancora oggi. L'intera area copre circa 140 ettari di terreno.
La panoramica della via colonnata dal castello in cima alla collina.



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