Kenya |
I Masai, pastori d'Africa per eccellenza, approdarono in Kenya e Tanzania dalla regione del Nilo sudanese nel 18°sec. La fama di guerrieri temibili riuscì ad evitare loro la deportazione come schiavi, ma non il flagello della peste bovina, che uccise buona parte del loro bestiame e causò l'esproprio di vaste zone del loro territorio, trasformate in riserve faunistiche o fattorie.
La società Masai è basata su gruppi di età omogenea corrispondenti alle diverse fasi dell'esistenza di ogni maschio. Ogni 15 anni circa avviene il passaggio di gruppo con una cerimonia di iniziazione. Il gruppo più potente è quello dei moran (guerrieri).
Le danze masai si basano sui salti e l'abilità di ognuno viene misurata in base a quanto in alto riesce ad andare.
La ricchezza di una famiglia viene misurata in termini di figli e capi di bestiame e un uomo che possegga solo uno di questi due "beni" è considerato povero. Ciò fa sì che anche le famiglie facoltose vivano in condizioni minime, perchè le bocche da sfamare sono tante, ma vendere il bestiame è considerato degradante sul piano sociale.
La carne bovina non è molto diffusa tra i masai perchè un animale vivo vale decisamente di più di uno morto. In genere la macellazione viene fatta per occasioni speciali che richiedono un banchetto.
La dieta masai si basa essenzialmente sul sangue degli animali, che viene prelevato in modo indolore dalla giugulare e poi mischiato al latte e lasciato fermentare per diversi giorni prima di essere consumato. In aggiunta viene usata farinata di mais e altri prodotti locali. I pasti vengono preparati dalle donne in capanne completamente buie, prive di canna fumaria.
Caratteristica della popolazione masai è la parziale mutilazione del lobo dell'orecchio
La capanna tradizionale è costituita da una robusta intelaiatura in legno riempita con fango misto a erba. Il tetto basso e piatto è in paglia, spesso rinforzato con lo stesso fango delle pareti. L'impianto base è lo stesso in ogni regione anche se esistono alcune varianti.
La tradizione vuole che i maschi non possano sposarsi finchè non diventino giovani anziani (responsabili delle decisioni politiche e legislative), il che avviene verso i 30-35 anni. Le donne invece vengono avviate al matrimonio già a 13 anni e questo crea un ampio divario di età tra i coniugi.
Donna anziana masai intenta a preparare i colorati ornamenti tipici. Questo tipo di collana in particolare viene utilizzata dalla giovane sposa nel momento del matrimonio.
L'accensione manuale del fuoco, ottenuta strofinando due pezzi di legno fino a far scoccare una scintilla, è una delle abilità che i masai si tramandano da secoli. I villaggi dipendono molto più da queste tecniche ancestrali, che da oggetti moderni disponibili nei mercati.
L'assetto tipico del villaggio è quello circolare. La parte esterna è costituita da una barriera di rami appuntiti e arbusti spinosi costruita dagli uomini. Segue il cerchio delle capanne costruite dalle donne (una assegnata al capofamiglia e le altre a ognuna delle mogli con i propri figli). Nella parte più interna si trova il recinto del bestiame, che così gode della massima protezione. Gli animali sono liberi di muoversi nel centro del villaggio e i loro escrementi vengono lasciati sulla terra perciò, tralasciando l'aspetto olfattivo, è necessario fare attenzione durante la visita a dove si mettono i piedi!!