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Chiesa di Santa Maria Novella
La basilica di Santa Maria Novella è una delle più importanti chiese di Firenze e sorge sull'omonima piazza. Se Santa Croce era ed è un centro antichissimo di cultura francescana e Santo Spirito ospitava l'ordine agostiniano, Santa Maria Novella era per Firenze il punto di riferimento per un altro importante ordine mendicante: i domenicani.
La Cappella Maggiore o Cappella Tornabuoni si trova al centro della chiesa dietro l'altare maggiore. Il Crocifisso centrale è un'opera del Giambologna. Il coro conserva un importantissimo ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio, al quale probabilmente lavorò anche un giovanissimo Michelangelo Buonarroti, allora nella sua bottega. Sono rappresentati episodi della Vita della Vergine e San Giovanni, ambientati a Firenze con numerosi ritratti dei committenti e di personalità fiorentine dell'epoca, caratteristica tipica del Ghirlandaio. Sul muro posteriore sono raffigurate le scene di San Domenico che brucia i libri eretici, Il martirio di San Pietro, L'annunciazione e San Giovanni nel deserto. Sugli spicchi della volta sono rappresentati gli Evangelisti.
La Natività di Maria, capolavoro del tono "intimo e quotidiano" di Ghirlandaio: nonostante gli arredi sontuosi prevale infatti un'atmosfera poetica e raccolta. La scena è ambientata in una lussuosa stanza con pilastri istoriati.
Mentre una nutrice versa scenograficamente dell'acqua in una bacinella, altre due tengono Maria in braccio. Un corteo di donne infine, magnificamente abbigliate, si accinge a fare visita.
La scena è ritenuta una delle più riuscite della cappella, con la complessa architettura che crea come una scena teatrale nella quale prendono posto i personaggi.
La celebre Trinità del Masaccio: un affresco conservato nella terza campata della navata sinistra, databile al 1426-1428. Misura 317x667 cm ed è universalmente ritenuta una delle opere fondamentali per la nascita del Rinascimento nella storia dell'arte. Si tratta dell'ultima opera conosciuta dell'artista, prima della morte avvenuta a soli 27 anni.
In questa cornice architettonica sono collocati, secondo una struttura piramidale, le sei figure che popolano la scena in atteggiamento statuario. Sulla parete di fondo si erge in piedi la figura di Dio Padre, le braccia sono leggermente aperte per reggere il braccio orizzontale della croce. L'aureola che ne incornicia il capo tocca la volta della cappella facendo apparire gigantesca la sua figura. In realtà la sua statura è strettamente proporzionata con quella del Figlio in croce la cui figura risalta nell'affresco per il pallore. La posizione arcuata delle gambe inchiodate sulla croce e il panno bianco che sembra scivolare lungo i fianchi, mostrano marcate somiglianze con la Crocifissione di Masaccio conservata a Napoli. Padre e Figlio sono gli unici personaggi dell'opera a essere sottratti alle regole prospettiche, entità immutabili che non sottostanno alle leggi fisiche del mondo umano. L'effetto è quello di un'inclinazione che le rende quasi precipitanti sullo spettatore. La raffigurazione della Trinità è completata dalla colomba dello Spirito Santo. Su di un piano inferiore le figure statuarie di San Giovanni e della Madonna. Il santo evangelista è avvolto in un mantello rosso; sta a mani giunte con lo sguardo rivolto alla croce, nel tipico atteggiamento del "dolente"
Più in basso, su di un terzo piano prospettico ancora più vicino a chi guarda, ci sono le due figure dei committenti.
Sotto l'affresco la raffigurazione di un sarcofago posto in una nicchia; su di esso è posta la figura di uno scheletro ed una scritta: "memento mori", IO FU' GIÀ QUEL CHE VOI SETE, E QUEL CH'I' SON VOI ANCO SARETE.
Annessi alla chiesa si trovano gli edifici del convento, con tre chiostri monumentali. Chiostro Verde, Cappellone degli Spagnoli e refettorio oggi fanno parte del Museo di Santa Maria Novella. Il Chiostro verde (parte del Museo) costruito dopo il 1350 da fra' Jacopo Talenti con gli affreschi di Paolo Uccello "a terra verde", da cui il nome del chiostro, nella prima metà del XV secolo: su tre pareti affreschi con "Storie della Genesi" di Paolo Uccello e la sua cerchia (lato orientale, di particolare pregio artistico le scene del Diluvio universale e dell'Ebbrezza di Noè, con un uso innaturale della prospettiva e del colore) e altri artisti (Storie di Abramo sul lato meridionale e Storie di Giacobbe sul lato occidentale, del 1440-1450); restaurato nel 1859, fu danneggiato e parzialmente restaurato dopo l'alluvione del 1966.
Sul lato settentrionale del Chiostro verde si apre la Sala capitolare o cappellone degli Spagnoli, sempre di fra' Talenti (1343-1345), interamente affrescato da Andrea Bonaiuti intorno dal 1367 al 1369; il ciclo, in ottimo stato di conservazione grazie a una capillare opera di restauro, raffigura in varie scene il ruolo dei domenicani nella lotta all'eresia. In particolare sono presenti alcune scene con dei cani da caccia che rappresentano i confratelli dell'ordine detti anche domini canes. Nel 1566 il granduca Cosimo I destinò la sala alle funzioni religiose degli spagnoli al seguito della moglie Eleonora di Toledo, da cui il nome.
Nelle quattro vele sono raffigurati la Navicella di san Pietro apostolo, la Resurrezione, l'Ascensione e la Pentecoste.
Nella foto, sulla parete a sinistra, il "Trionfo di San Tommaso d'Aquino" con il padre della scolastica, su un maestoso trono al centro della composizione, circondato dalle personificazioni volanti delle Virtù teologali e virtù cardinali e con ai piedi i grandi eretici sconfitti: Sabello, Averroè e Ario. Accanto a lui si trovano, da sinistra a destra, Giobbe, Davide, Paolo, Marco evangelista, Giovanni evangelista, Matteo evangelista, Luca evangelista, Mosè, Isaia e Salomone. Nel registro inferiore si trovano quattordici stalli decorati, nei quali siedono le personificazioni muliebri delle sacre scienze (a sinistra) e delle arti liberali (a destra), ai piedi di ciascuna delle quali si trova un illustre rappresentante. Ciascuna di esse è protetta da un pianeta, secondo una tradizione pitagorica ripresa nel Medioevo da Michele Scoto, san Tommaso d'Aquino e Dante.
Particolare del "Trionfo di San Tommaso d'Aquino": da sinistra
  • La Legge canonica e Clemente V
  • La Filosofia e Aristotele
  • La Sacra Scrittura e san Girolamo
  • La Teologia e san Giovanni Damasceno
  • Nella parete opposta all'entrata sono raffigurate in un unico spazio Scene della passione di Cristo, quali l'Ascesa al Calvario (a sinistra), la Crocifissione (al centro), e la Discesa all'Inferno (a destra). È probabile che al centro, sotto la Crocifissione, vi fossero in origine altre scene della Passione di Cristo, ma l'apertura della cappella decretata da Cosimo I per la realizzazione dell'Altare e dell'Abside ha portato alla perdita di queste scene.
    Nella foto un particolare della "Discesa all'Inferno"



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