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La Fontana di Trevi è la più grande fontana di Roma ed è considerata una delle più celebri fontane del mondo. Progettata da Nicola Salvi, venne completata nel 1762, si trova adagiata su un lato di Palazzo Poli. Il tema dell'intera composizione è il mare in un connubio di classicismo e barocco. Una breve scalinata poco al di sotto del livello stradale della piazza servì al Salvi come espediente per compensare il dislivello tra i due lati della piazza: il lato sinistro (quello verso il colle del Quirinale) è infatti molto più elevato rispetto all'altro. Sempre per compensare il dislivello si è anche dovuto ricorrere ad un breve parapetto per delimitare la strada, parzialmente coperto da rocce, su una delle quali è scolpito uno stemma cardinalizio raffigurante un leone rampante.
La scenografia è dominata da una scogliera rocciosa che occupa tutta la parte inferiore del palazzo, al cui centro, una grande statua di Nettuno guida un cocchio a forma di conchiglia. Di fianco due tritoni guidano due cavalli marini. I due cavalli tradizionalmente noti come "il cavallo agitato" (quello di sinistra) e "il cavallo placido" simboleggiano i vari aspetti del mare. Ai lati della grande nicchia centrale altre due nicchie, più piccole, occupate dalle statue della Salubrità (a destra) e dell'Abbondanza.
La fontana della Barcaccia si trova in Piazza di Spagna, ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti. Nel 1627 papa Urbano VIII incaricò Pietro Bernini di realizzare una fontana nella piazza sottostante la chiesa della Trinità dei Monti che allora, in mancanza della scalinata, sorgeva sul bordo di una scarpata. L'opera fu completata nel 1629, e il Bernini fu aiutato anche dal figlio Gian Lorenzo, che probabilmente la completò alla morte del padre.
Era la prima volta che una fontana veniva concepita interamente come un'opera scultorea, allontanandosi dai canoni della classica vasca dalle forme geometriche.
Il nome "Barcaccia" richiama una vecchia imbarcazione prossima all'affondamento.
La Fontana del Tritone si trova in Piazza Barberini. È opera di Gian Lorenzo Bernini, commissionata dal Papa Urbano VIII Barberini, nell'ambito dei lavori complessivi di sistemazione del palazzo che il pontefice si era fatto costruire nel 1625 e della piazza su cui questo si affacciava.
Costruita interamente in travertino, rappresenta un Tritone inginocchiato su una grande conchiglia aperta, sorretta da quattro delfini, nell'atto di soffiare in una conchiglia, da cui zampilla l'acqua che, sgocciolando dalle scanalature, si raccoglie in un ampia vasca.
Particolare della fontana che si trova di fronte al Pantheon
La Fontana dei Fiumi si trova al centro di piazza Navona, davanti alla chiesa di Sant'Agnese in Agone progettata dal Borromini ed è stata ideata dallo scultore e pittore Gian Lorenzo Bernini nel 1651 su commissione di Papa Innocenzo X, in piena epoca barocca, durante il periodo più fecondo di questo artista.
La grande vasca ellittica è sormontata da un grande gruppo marmoreo, sulla cui sommità si eleva un obelisco egizio, imitazione di epoca romana. Le statue in marmo bianco rappresentano le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra, uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, che nell'opera sono rappresentati come dei giganti che siedono appoggiati sullo scoglio centrale in travertino: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata.
Il Gange con un lungo remo che suggerisce la navigabilità del fiume. Sullo sfondo il Nilo con il volto ricoperto da un velo perchè le sue sorgenti erano ancora sconosciute.
Il Rio della Plata, vicino al quale le monete simboleggiano il colore argenteo delle acque. Il braccio alzato a protezione della testa esprimerebbe il timore ironico dell'artista che la chiesa di sant'Agnese progettata dal suo rivale potesse crollare. Tali dicerie sarebbero però senza fondamento perchè il Bernini avrebbe completato la fontana prima che il Borromini avesse iniziato la chiesa.
La "Fontana del Moro", tra le più antiche fontane rinascimentali di Roma (1570), è una delle tre fontane monumentali di piazza Navona, a sud della piazza.
Per la decorazione vennero usati i quattro tritoni che due anni prima erano stati realizzati (e non utilizzati) per la fontana di piazza del Popolo, insieme a gruppi rappresentanti un mascherone tra due delfini.
Via delle Quattro Fontane è una via che collega piazza Barberini e via Nazionale. Il nome deriva dalle Quattro Fontane, realizzate per volere di papa Sisto V.
Le quattro opere in travertino (ma in realtà è più corretto parlare di una sola opera suddivisa in quattro parti) furono realizzate tra il 1588 e il 1593, sfruttando delle nicchie rettangolari di diversa dimensione, appositamente ricavate negli angoli dei palazzi. I soggetti, tutti diversi, sono però raggruppati a coppie analoghe che si fronteggiano: due figure maschili barbute, allegorie del Tevere e dell'Arno, e due femminili, che rappresentano Diana e Giunone. La prime due simboleggiano Roma e Firenze, mentre quelle di Diana e Giunone sono simbolo rispettivamente di Fedeltà e Fortezza.