Hatsepshut, bella e intraprendente figlia di Tutmosi I, dopo aver sposato Tutmosi II e il suo figliastro
Tutmosi III, ne usurpò il trono assurgendo ai più alti ranghi della gerarchia egizia fino a
venir considerata un vero e proprio faraone. L'architetto Senmut, che ne era anche l'amante,
ne celebrò la bellezza e la potenza in un edificio dalla struttura inconsueta e scenografica: tre
lunghe terrazze ritmate da portici si elevano come maestosi gradini fino ad incontrare
i fianchi della montagna. La dea Hathor, sotto le spoglie della sacra mucca, è rappresentata
in molti fregi. Particolarmente suggestivo è il soffitto della cappella (vedi le due foto sottostanti),
all'estremità sud occidentale delle terrazze, stellato e blu come il cielo di qualsiasi notte egiziana,
con tocchi di un giallo brillante come i raggi del sole.
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