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Cordoba
Skyline di Cordoba. Svetta la Cattedrale-Moschea
La grande moschea di Cordoba, oggi cattedrale dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima in Cordoba, è una delle principali espressioni dell'arte arabo-islamica e dell'architettura gotica e rinascimentale dell'Andalusia. È con l'Alhambra di Granada, la Aljafería di Saragozza e la Giralda di Siviglia la più prestigiosa testimonianza della presenza islamica in Spagna dall'VIII secolo al XIII secolo.
Nella foto l'esterno.
Il cortile interno della Cattedrale-Moschea, con il campanile
La costruzione sorge sul sito in cui si ergeva l'antica chiesa visigotica di San Vincenzo, non lontana dal Guadalquivir. Quando i musulmani occuparono Cordoba nel 711 la chiesa fu inizialmente suddivisa e utilizzata contemporaneamente da musulmani e cristiani. Successivamente l'emiro Abd al-Rahman I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della grande moschea. Essa fu ingrandita tre volte dai suoi successori finendo per coprire 23.000 m² e diventare la più grande moschea del mondo musulmano di quel tempo
Si presenta al giorno d'oggi con la forma di un grande quadrilatero di circa 180 m di lunghezza per 130 m di larghezza, con 19 navate e 856 colonne sormontate da capitelli in stili diversi. Sulle colonne si appoggiano delle arcate doppie in mattoni e pietra bianca (sovrapposte l'una sull'altra con uno spazio intermedio) che permettono di avere un soffitto molto alto e donano all'edificio un'impressione di leggerezza.
Quando Cordoba fu riconquistata dai cristiani di Ferdinando III di Castiglia, nel 1236, la moschea fu convertita in cattedrale. L'apertura tra il cortile e la sala di preghiera fu murata, conservando una sola porta d'entrata (la Puerta de las Palmas). Inoltre vennero abbattute alcune file di colonne per lasciar libero lo spazio per la Cappella Reale decorata con stucchi mudejar. Nel XVI secolo il clero di Cordoba decise di dotare la città di un edificio molto più sontuoso e alla moda del tempo. Il progetto consisteva nella demolizione di una parte importante del centro dell'edificio, rompendo la prospettiva della foresta di colonne, e l'inserimento al suo posto di una cattedrale cristiana.
Di per sé la cattedrale è una meraviglia architettonica che fonde gli stili gotico, rinascimentale e barocco con magnifiche decorazioni, ma può far rimpiangere che abbia perduto unitarietà l'eccezionale edificio costruito originariamente dai musulmani. Il progetto fu inizialmente contrastato e oggetto di forti polemiche e soltanto dopo l'intercessione dell'imperatore Carlo V ne fu avviata la costruzione. È però riportato da J. B. Alderete che lo stesso Carlo V successivamente disse: «avete distrutto una cosa unica al mondo e avete messo al suo posto qualcosa che si può vedere dappertutto». Fu probabilmente grazie all'inserimento della cappella cristiana che il monumento poté però sostanzialmente salvarsi dalla furia devastatrice della Chiesa e della nobiltà spagnola, ferocemente ostili al ricordo sia pur minimo di una presenza che aveva per secoli schiacciato la cristianità iberica in una condizione di grande precarietà politica.
Un cartellone pubblicitario rimanda alla tradizione andalusa equestre
Casette bianche coi classici balconi fioriti
Il ponte romano si trova sul fiume Guadalquivir. Il ponte è stato costruito dai romani nei primi anni del I secolo a.C., forse in sostituzione di uno precedente in legno. Oggi ha 16 arcate, una in meno di quelle originali, ed è lungo 247 metri e largo circa 9 metri. La Via Augusta, che collegava Roma a Cadice, passava molto probabilmente per il ponte. Durante la dominazione islamica nel Medioevo alle estremità nord e sud del ponte furono costruite rispettivamente la Torre di Calahorra e la Puerta del Puente, anche se quest'ultima è una ricostruzione XVI secolo. Nel XVII secolo a metà del ponte venne posta una scultura raffigurante San Raffaele.
Nel corso della storia, il ponte è stato restaurato e rinnovato più volte (soprattutto nel X secolo), tanto che oggi solo gli archi 14 e 15 (contando dalla Puerta del Puente) sono originali.



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