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Venezia - artigianato
Venezia è pervasa da negozi che vendono maschere di ogni genere e materiale.
La tradizione della maschera veneziana affonda le sue radici fin dal medioevo. Nel 1268 si hanno le prime notizie scritte di una legge, in materia di Carnevale, emessa dalla Serenissima per regolamentare l’uso delle maschere e dei travestimenti. Questa legge proibiva agli uomini in maschera (chiamati “mattacini”) il “gioco delle ova”: gioco consistente nel lanciare contro le dame che passeggiavano nelle calli veneziane delle uova riempite di acqua di rose. E questa non fu che la prima delle leggi volte a limitare l’uso delle maschere. Nel corso del ‘300 infatti numerose leggi e decreti si sono susseguiti.
Fra le altre cose, fu proibito l’uso dei travestimenti e delle maschere alle prostitute ed agli uomini che le frequentavano. Fu proibito indossare la maschera in periodi diversi dal carnevale, fu proibito indossarla nei luoghi di culto, nelle feste pubbliche e nelle cerimonie ufficiali e nel 1703 furono proibite addirittura per tutto l’anno nelle case da gioco.
La maschera era diventata infatti segno di libertà e gioco, ma anche di trasgressione alle regole sociali imposte e di immoralità. Questo perchè, celando la propria identità, troppo spesso era usata per portare avanti affari poco puliti o relazioni amorose clandestine. Molto usata era anche dai nobili veneziani quando andavano a giocare d’azzardo (specialmente se perdevano molto!) per non essere riconosciuti. Ma la storia narra anche che nel 1776 fu proibito alle donne di recarsi a teatro “senza” la maschera. Questa volta per proteggere “l’onore” delle famiglie!
Nella foto alcune stupende e fantasiose maschere fatte a mano, in tessuto.
L'altro pezzo forte dell'artigianato veneziano sono gli oggetti in vetro, veri capolavori di minuzia.
Nella foto un campionario che farebbe la felicità di un entomologo.
Una splendida orchestra suona nell'anfiteatro con tanto di ballerine danzanti. Ogni pezzo è alto pochi centimetri.



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