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Venezia - Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale fu inizialmente costruito nel corso del Trecento, ma ampliato e profondamente modificato fino al Seicento. Le facciate sono rivestite in marmi bianchi e rosa, e sono ritmate al primo piano da un elegantissimo loggiato gotico traforato. Agli angoli si trovano gruppi scultorei in altorilievo
La "bocca" delle denunce segrete all'interno del Palazzo, una delle poche sopravvissute alla distruzione da parte delle truppe Napoleoniche. Sparse per la città esistevano più di 100 bocche dove i cittadini potevano inserire le proprie denunce con l'obbligo di firma. Se la denuncia veniva ritenuta possibile, erano mandate spie in borghese a verificarne la veridicità.
All'epoca della repubblica veneziana, veniva considerato un crimine molto grave (punito con la morte) lo spionaggio "industriale", ovvero la rivelazione a forestieri dei segreti sulla lavorazione del vetro, di cui i veneziani erano grandi conoscitori e gelosi custodi delle tecniche.
La meravigliosa scala d'oro, con cui si accede al primo piano delle sale del palazzo. E' così chiamata per via degli stucchi tutti in oro 24 carati, poichè meno ossidabile, che impreziosiscono il soffitto.
Le funzioni del Palazzo Ducale, simbolo e cuore della vita politica e amministrativa lungo tutto l’arco della millenaria storia della Repubblica di Venezia, non possono che cambiare a partire dal 1797, anno in cui la Serenissima cade in mano alle truppe di Napoleone. Da allora si succedono in città la dominazione francese e quella austriaca, fino all’annessione all’Italia, nel 1866. In questo periodo il palazzo diviene sede di diversi uffici, oltre a ospitare per quasi un secolo la Biblioteca Nazionale Marciana e altre importanti istituzioni culturali della città. A fine Ottocento l’edificio viene sottoposto a un radicale restauro. Nel dicembre del 1923 lo Stato, proprietario dell’edificio, affida al Comune di Venezia la gestione del palazzo, aperto al pubblico come museo. Dal 1996 Palazzo Ducale è, a tutti gli effetti, parte del sistema dei Musei Civici Veneziani.
La scala dei Giganti, realizzata intorno al 1510 e conclusasi con la posa di due grandi statue di Marte e Nettuno, nel 1567.
Nel Palazzo Ducale si trovavano anche le prigioni della Repubblica: i Pozzi, i Piombi e le Prigioni Nuove. I pozzi(nella foto) erano a pianterreno ed erano destinati a chi aveva commesso gravi reati. Nel periodo invernale venivano inondati d'acqua e si creava un clima talmente malsano da non consentire lunga sopravvivenza tanto che, ritenute troppo crudeli, ad un certo punto vennero chiusi.
I piombi,così chiamati perchè avevano i soffitti in piombo che impediva le infiltrazioni d'acqua, si trovano all'ultimo piano ed erano invece una forma di prigione meno dura, dove era permesso portarsi effetti personali e in alcuni casi anche parte della propria attività. Venivano rinchiuse persone che avevano commesso soprattutto reati politici contro la Repubblica. Da uno di questi piombi avvenne l'avventurosa evasione di Giacomo Casanova. E' possibile visitare un modo esaustivo i piombi, la sala delle torture e tutte le stanze dei cancellieri aggregandosi ad un "itinerario segreto" che parte 1-2 volte al dì, organizzato dal Museo .
Il Ponte dei Sospiri era il ponte che collegava le sale dei tribunali nel Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove, derivanti da un ampliamento del Palazzo e divise dal corpo principale da un piccolo canale.
Dallo stemma esposto sul ponte si deduce che fu costruito tra il Cinquecento ed il Seicento, in pietra bianca d'Istria, candida ed elegante. Oggi è una delle maggiori attrazioni turistiche per chi visita Venezia.
Quello che oggi sembra un nome sentimentale e che fa da sfondo alle passeggiate in gondola degli innamorati, deriva dalla letteratura romantica che descriveva il passaggio dei condannati presi dalla nostalgia alla vista del paesaggio veneziano, colto per l'ultima volta dalla finestrella posta al centro del ponte, prima di andare ad espiare la loro condanna.
Nella foto a destra il passaggio dentro il ponte, mentre nelle due foto sotto la visuale da dietro le finestrelle.




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