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Venezia - Torre dell'orologio
La Torre dell'Orologio è uno dei simboli più celebri di Venezia: sovrasta come un arco di trionfo l'accesso alla nevralgica via commerciale della città, l'antica Merceria. E' nello stesso tempo un elemento di rottura e di connessione tra le varie parti architettoniche del complesso di piazza San Marco e tra le diverse funzioni urbane che da esso si diramano: le sedi del potere politico e religioso; i luoghi della rappresentanza e quelli dell'economia; l'affaccio verso il mare e l'articolazione dell'intera maglia edilizia cittadina. La torre è, insomma, con il suo grande Orologio astronomico, capolavoro di tecnica e di ingegneria, un irrinunciabile elemento dell'immagine stessa di Venezia e ne segna, oramai da 500 anni esatti, la vita, la storia e il continuo scorrere del tempo.
Dal 2006 si può visitare l'interno della Torre, da quando l'orologio è stato restaturato completamente, con l'aggiunta di un motore elettrico. I locali dei vari piani della Torre, fino al 1998 dimora del guardiano dell'orologio e della sua famiglia, ora ospitano un itinerario guidato alla scoperta dei meccanismi che regolano questa opera d'arte e di ingegneria.
Nella foto il meccanismo che regola il ticchettio dell'orologio e il movimento dei cavi di metallo che comandano l'animazione dei mori.
Ci troviamo proprio dietro il grande quadrante dell’orologio in oro e smalto blu.
Salendo al terzo piano, proprio dietro alla facciata, ci troviamo all'altezza della statua della Vergine col Bambino Dalle porticine laterali, due volte all’anno allo scoccare di ogni ora, dalle otto di mattina alle otto di sera, si affacciano le statue dei Re Magi che s’inchinano a onorare Maria e Gesù, preceduti dall’angelo che li annuncia.
Le statue dei Magi vengono montate nel meccanismo rotatorio solo in quelle due occasioni. Nel resto dell'anno "riposano" nella stanzetta attigua.
Durante gli altri 363 giorni dell'anno ci sono due grandi ruote a 12 facce, che segnano ore (in numeri romani) e minuti (a multipli di 5).
Si potrebbe definire un precursore dell'orologio digitale.
Al quinto piano l’emozionante terrazza dei Mori, con la vista spettacolare della piazza, dominata dai bronzei (da ciò il nome Mori) giganti alti due metri e sessanta. Il giovane e il vecchio barbuto non suonano mai le ore insieme e mai all’ora esatta: quello di destra due minuti prima, quello di sinistra due dopo, l’uno volto al passato, l’altro al futuro.



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