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Acropoli
L'Acropoli di Atene si può considerare la più rappresentativa delle acropoli greche.
È una rocca, spianata nella parte superiore, che si eleva di 156 metri sul livello del mare sopra la città di Atene.
Il pianoro è largo 140 m e lungo quasi 280 m.
Visitare l’Acropoli è come leggere la storia della stessa Atene: i suoi monumenti testimoniano le conversioni forzate al cristianesimo, l’invasione dei Galli e poi dei Turchi. Ciò che si ammira oggi è quello che resta dell’Epoca d’Oro di Atene, la culla della democrazia moderna, la grandiosa civiltà greca della metà del V secolo a. C.
L'Acropoli è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Sotto l’Acropoli si erge il teatro di Erode Attico, costruito dai romani nel 161 a.C., ed ancora usato per balletti, concerti e opere teatrali. Più in là sorge il teatro di Dioniso, sede delle opere di Sofocle, Eschilo, Euripide e Aristofane.
L’Eretteo è il secondo tempio dell’Acropoli per grandezza, ma il più famoso, per il portico retto da otto fanciulle di marmo, le cariatidi.
Si tratta in realtà di calchi: di quelle originarie, sei sono esposte al Museo Archeologico dell’Acropoli, una è al British Museum e l’ultima sparì durante l’occupazione turca.
L’edificio, in stile ionico, fu costruito nel 420 a.C. circa. Al suo interno, la suddivisione originaria prevedeva due zone, dedicate alle due principali divinità dell’Attica: Atene e Poseidone.
Il mito, difatti, racconta che proprio qui si svolse la battaglia tra le due divinità per il predominio di Atene. Nel portico settentrionale, un foro nel soffitto testimonia il tridente conficcato da Poseidone, da cui sgorgò una sorgente d’acqua, mentre un olivo di fianco all’Eretteo ricorda il punto in cui Atena toccò il suolo, facendo germogliare la pianta e vincendo quindi la sfida per la città che oggi porta il suo nome.
Il nome del tempio deriva da Erechtheus, un leggendario Re di Atene di cui si onorava la tomba.
Il Partenone si trova sulla parte più alta dell’Acropoli.
Costruito tra il 447 e il 437 A. C., è il monumento più importante della Grecia ed il suo simbolo a livello mondiale. Il suo nome deriva da Atena Parthenos, patrona della città, a cui il monumento è dedicato.
In origine, infatti, il Partenone ospitava una grande statua di Atena, alta 11 metri e ricoperta d’avorio e oro, mentre l’accesso al tempio era riservato soltanto ai sacerdoti e ai personaggi di riguardo.
Da lontano, il Partenone ha una luce particolare, e le colonne e le scale del tempio sembrano dritte. Questo perché tutte le colonne sono accuratamente curvate verso l’alto, e le colonne esterne sono leggermente più grandi di quelle centrali.
Il frontone è decorato da un fregio in rilievo che percorre tutto il tempio. Sul fregio, scene di battaglia degli ateniesi contro le Amazzoni, scene dalla guerra di Troia e scene di dei dell’Olimpo in lotta contro centauri e giganti, che simboleggiano il trionfo della civilizzazione e della conoscenza contro i barbari e l’oscurità. La base del tempio ospita sculture con scene mitologiche, mentre all’interno del tempio si trovano la statua di Atena e il favoloso tesoro di Delo. Ciò che resta oggi è ben poco: i colori sono svaniti per lasciare il posto al marmo bianco, e del fregio è rimasto soltanto qualche frammento, mentre il tetto e gran parte degli interni crollarono a causa di un’esplosione nel 1687, quando i turchi usavano il tempio come polveriera e i veneziani attaccarono l’Acropoli. Nel 1800, poi, l’inglese Lord Elgin portò gran parte delle sculture restanti a Londra.
Dall'Acropoli si ammira uno dei panorami più belli della città.
Ai piedi della collina, Atene si allunga sconfinata a 360°, a perdita d'occhio.



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