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Filitosa
Filitosa è il più famoso sito preistorico corso, attrezzato e gestito con attenzione dagli eredi del proprietario, che qui fece le prime scoperte nel 1946. Offre un panorama storico di quasi 5000 anni. Popolata fin dalle epoche più antiche perchè fertile ma anche facilmente difendibile, la zona fu arricchita di grandi costruzioni e di molti menhir tra il 1800 e il 1100 a.C.
L'abitato fortificato sorgeva a dominare la valle del piccolo torrente Taravo ed è proprio qui, tra i blocchi che componevano le mura di una delle costruzioni, che è stato trovato uno dei più importanti allineamenti di menhir antropomorfi: sulla loro superficie si può infatti vedere, quando il sole è allo zenit, i particolari scolpiti della faccia, dell'elmo e delle armi di antichi guerrieri.
La maggior parte delle strutture visibili risale al periodo compreso tra la seconda metà del II millennio e il 700 a.C.
Con il Cristianesimo, i menhir, considerati "pagani", vennero demoliti e i loro resti accumulati come semplici pietre, in attesa di un nuovo scopritore.
Entrando nel sito si trovano subito i resti di un villaggio. Avanzando, più in basso, sul fondo di una piccola valle, si trova la cava da cui furono estratti i blocchi da scolpire. Intorno alla cava sono state sistemate una serie di statue rinvenute nei dintorni. La strada stretta e tortuosa si addentra a tratti tra una natura incontaminata intervallata da piccoli paesi in pietra.
Molte e diverse sono le fattezze delle statue antropomorfe, a seconda del popolo da cui sono state prodotte. Nei periodi di invasione furono "armate", come quella nella foto, poi tornarono semplici
Le statue antropomorfe caddero in disuso sul finire del Magalitico III, quando sull'isola si insediarono i torreanici, che introdussero costruzioni a tumulo, simili ai nuraghe sardi.



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